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Grazie ad una particolare tecnologia di analisi genetica (Next Generation Sequencing, NGS), il test del microbiota permette di leggere la sequenza dei geni di tutta la comunità microbiotica ed in seguito categorizzarli secondo le famiglie presenti nel nostro intestino. L'analisi è eseguita da un campione di 1-2 grammi di feci, dal quale il DNA dei batteri è estratto in laboratorio ed in seguito purificato e amplificato tramite NGS. Le sequenze ottenute sono poi suddivise nelle famiglie microbiche presenti nel campione di feci. I dati descrittivi e funzionali del microbiota in esame sono presentati confrontandoli con una banca dati di riferimento costituita da adulti sani di entrambi i sessi. In un microbiota sano ogni famiglia è rappresentata con delle frequenze conosciute ma in presenza di disbiosi si potranno evidenziare delle famiglie più o meno presenti di altre (messe in evidenza dal puntino rosso sul grafico). La tabella descrive l’efficienza metabolica del microbiota intestinale nelle principali funzioni fisiologiche in cui è coinvolto. |
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Il test permette di evidenziare i seguenti parametri: - Indice di BIODIVERSITÀ: un alto indice è sintomo di microbiota sano
- Indice di DISBIOSI: misura il grado di alterazione dell’ecosistema microbico intestinale rispetto a quello che è considerato un profilo sano. L’alterazione può essere data sia da una bassa che da una eccessiva presenza di uno o più gruppi batterici
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Il test calcola anche altri indici calcolati tenendo conto delle abbondanze relative di quei gruppi batterici coinvolti in ognuna delle funzioni fisiologiche indicate. |
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Indici positivi:sono importanti per il mantenimento della salute e del benessere dell’ospite, per cui valori elevati di questi indici si ottengono quando il microbiota intestinale presenta caratteristiche necessarie per adempiere con efficienza alla funzione indicata. Indici negativi: indicano una potenzialità del microbiota intestinale di contribuire all’instaurarsi o al consolidarsi di importanti gruppi di patologie locali o sistemiche. Valori elevati di questi indici NON rappresentano una diagnosi di tali patologie ma si ottengono quando il microbiota intestinale presenta caratteristiche che, in presenza di altre condizioni predisponenti (genetica, ambiente, co-morbidità, stile di vita e abitudini alimentari), potrebbero rappresentare un ulteriore fattore predisponente nei confronti del gruppo di patologie indicate. Potenziale del microbiota di produrre composti rilevanti per la salute. Il test valuta anche il potenziale del microbiota di produrre composti rilevanti per la salute in quantità ottimali (puntino nero), in leggero eccesso o carenza (puntino giallo) o eccessivamente alte o carenti (puntino rosso) quali: - acidi grassi a corta catena, importanti per il corretto funzionamento del sistema immunitario che sistemico, e del metabolismo energetico
- produzione di lattato, importante per il mantenimento di un corretto pH all’interno del tratto intestinale
- H2S (acido solfidrico) potenziale fattore di rischio perché favorisce il processo infiammatorio e la permeabilità intestinale
- LPS (lipopolisaccaride) batterico, importante per educare e stimolare il sistema immunitario: un eccesso di produzione può divenire un fattore di rischio per diverse patologie
- attività proteolitica, legata alla presenza di specie batteriche in grado di degradare le proteine alimentari; un eccesso di questa attività può portare alla produzione di composti bioattivi in grado di interferire con un corretto metabolismo energetico
- attività mucolitica (degradazione dello strato mucoso che riveste l’interno dell’intestino): importante per il rinnovo e la salute della mucosa, ma un eccesso di questa attività può favorire il danneggiamento della mucosa.
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Gruppi batterici potenzialmente patogeni
L’analisi del microbiota è inoltre in grado anche di mettere in evidenza dei gruppi batterici potenzialmente patogeni che sono a volte presenti nel microbiota a bassissime abbondanze e possono approfittare delle eventuali alterazioni del microbiota per proliferare in modo eccessivo e causare disturbi clinicamente rilevanti. La presenza ad alte abbondanze di alcuni di questi batteri è stata anche associata a diversi disturbi quali coliti o diarree ricorrenti. In particolare il test permette di evidenziare: Clostridium perfringens, Klebsiella, Salmonella, Enterococcus faecalis e Clostridium difficile. Ad ogni referto analitico è allegato un commento generale sull'analisi, dei suggerimenti nutrizionali e di assunzione di integratori o probiotici. |
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